giovedì 6 giugno 2013

Uccidere non è peccato


Prima di salire sulla nave diretta a Shijie mi voltai indietro. Cercavo scioccamente la mia casa di lamiere. Non riconoscevo più il giorno e la notte. Una distesa di muri corrosi, sempre più radi, cariati come denti marci. Il fuoco dei motori, delle bombe, scaldava le ossa ai morti. Li spingeva sempre più lontano, come una sottile disgrazia. Avevo anche smesso di cercare i cadaveri. Tempo sprecato, signore perdonami. Non c'era più la chiesa della Santa Muerte, non c'era più la casa di Rafel. Solo corpi snudati e senza testa. Immagine frammentaria e familiare se si pensa alla distesa di Serenity Valley. 
Non ho mai più visto piovere davvero. Dal cielo cadevano grida e cenere. I boschi di Shijie presto diventarono dune roventi, deserti e conche di morenti. Quello che mi uccise fu l'odore di carne bruciata.


10 Marzo 2511.
Sergio ho lasciato un biglietto nella tasca del cappotto. Se stai leggendo c'è una notizia buona e una cattiva. La buona è che mi hanno trovato e riconosciuto, la cattiva è che non posso fisicamente stare con voi. Ho detto a Hale di legarci le piastrine militari alle caviglie perché non riusciamo più a identificare i corpi. Molti hanno la testa mozzata e perdono la collana. In realtà ho chiesto che ce ne fossero almeno una per piede. Hale mi ha ordinato di non pensare troppo. Oggi gli ho raccontato che quando ero a Maracay, ho visto un soldato alleato seduto a terra come un bambolotto, all'incrocio con la casa di Rafel. C'erano dei topi che gli rosicchiavano le dita dei piedi. Allora ho rimesso il fucile in spalla, mi sono nascosta, ho aspettato che fosse tutto tranquillo e mi sono caricata il morto addosso. Gli ho spaccato la testa con il calcio del Mauler e l'ho buttato sotto le macerie di una casa. Te lo racconto perché ho dato il primo bacio su quel pezzo di strada, e vorrei che i fiori tu me li portassi li. Che pregassi la Niña Blanca in quel punto. Baciami tutti, continuate a tenervi per mano, non volatevi la faccia. Insegna a Miguel che i giochi vanno condivisi, non deve tenersi niente per se, neanche la gioia. Io ci provo a tornare ma non sono sicura di cosa ne verrà fuori. Aspettami come io aspetterò te dall'altro capo del 'Verse. Oltre le stelle e il vuoto. Scusa se ti scrivo queste cose, ma non mi viene in mente niente di decente, quindi perdonami se le ultime righe sono ancora guerra. 

Tua Moloko.



La casa ci separa e ci avvelena, nessuno tornera' più come prima
Filo spinato, cemento armato, occhi nascosti, ovunque per terra
...
il cielo è soltanto una feritoia un recinto blindato

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