mercoledì 23 ottobre 2013

Obstinado


Almost Home 24.10.2515

La luce trasparente e fredda del neon, piomba sui lettini, il silenzio viene sgomitato dal picchiettio delle dita di Moloko, che immergono le bende nella bacinella di acqua fredda per strofinarsi sulla fronte del 'tracker. Due occhi vigili osservano le coperte incrostate come piaghe, sui muscoli di Andrè, massacrate dal continuo scalciare indolente e infastidito, a tratti capriccioso a tratti insofferente e dolorante. Il libro è stato appoggiato sul letto di Jack, come se Cortès avvertisse in fondo al cuore, di dover scatenare una certa curiosità nell'Ammiraglio per distoglierla dal dolore delle ferite.
Una sedia si trascina dietro la presa salda della 'leafer che raccoglie il libro, si arrotola le gambe una sull'altra come se fosse un vecchio samurai e inizia a scandire la noia del tempo, raccontando la storia di un cacciatore di libri rari al soldo di ricchi collezionisti, Lucas Corso:

Quando aveva visite, la gente si stupiva di non trovare, a parte i libri e la sciabola, nessuna traccia di vita personale, uno qualsiasi di quei legami che ogni essere umano stabilisce, per istinto, con la sua memoria o con il suo passato. Come gli oggetti assenti in quella casa, il mondo dal quale proveniva Lucas Corso si era estinto molto tempo prima. Nessuno dei volti seri che a volte si delineavano nella sua memoria lo avrebbe riconosciuto, se fosse tornato in vita. E forse era meglio così. Era come se il padrone di quello spazio chiuso non avesse mai avuto, o lasciato, niente dietro di sè. Come se fosse sempre bastato a se stesso, con quello che aveva addosso, come un vagabondo erudito e urbano che conserva le sue cose nella fodera del cappotto.Eppure, i pochi privilegiati che lo avevano visto in uno di quei tramonti purpurei, seduto davanti alla vetrata con gli occhi abbagliati rivolti a ponente, torbidi di gin olandese, dicono che la sua smorfia di goffo coniglio derelitto sembrava sincera.

Moloko legge tracciando il filo delle parole con le dita. Di tanto in tanto rinasce, sbucando fuori dalla storia di Lucas Corso per tornare alla realtà, e si interrompe sollevando il caschetto nell'aria, per fissare Rooster dritto negli occhi; analizza le sue condizioni, è lampante che lo faccia non per stabilire un contatto umano, ma per la smania di controllare (scioccamente) che sia ancora viva. Pochi secondi di perlustrazione le bastano, quando si rasserena torce puntualmente il muso verso il basso, ingoiando lettere a capofitto. Continua a raccontare pagina dopo pagina, sfogliando e inciampando in qualche parola troppo complessa, o balbettando nomi e cognomi bizzarri.

La ragazza guardava l'acqua torbida del fiume come se trascinasse ricordi. Corso la vide sorridere mentre rifletteva, assente.
"Non ho mai conosciuto un Dio imparziale. Né un diavolo." Si voltò inaspettatamente verso di lui; i suoi pensieri precedenti sembrava fossero spariti insieme alla corrente. “Credi nel diavolo, Corso?"

La guardò con attenzione, ma il fiume aveva trascinato via anche le immagini che alcuni secondi prima avevano popolato quegli occhi. Ormai c'era solo verde liquido, e luce. 
"Credo nella stupidità e nell'ignoranza" sorrise alla ragazza con aria stanca " credo che la coltellata migliore sia quella che si dà qui, vedi?" Indicò il proprio inguine. " nella femorale. Mentre si abbraccia la vittima."
"Che cosa temi, Corso? Che ti abbracci?...Che il cielo ti cada in testa?..."

Cortès sbuffa una specie di risata a quel suggerimento su 'dove è più opportuno affondare coltelli', sfiorandosi la caviglia e cercando con un elastico di arrotolarsi i capelli. Ha ancora una sigaretta sull'orecchio, ma le basta oscillare con lo sguardo sul tubo mostruoso nella bocca di Andrè, per desistere dall'intento di accenderla. Piega le spalle, dondola su se stessa trascinando una voce consumata, impigliando le dita nella carta ruvida.

"Non essere idiota, Corso. Più spesso di quanto crede la gente, le cose sono ciò che uno vuole che siano. Anche il diavolo può adottare diversi aspetti. O essenze."
"Il rimorso, per esempio"
"Sì. Ma anche la conoscenza e la bellezza." La vide guardare di nuovo la città, preoccupata. "O il potere e la fortuna."
"In ogni modo il risultato finale è lo stesso: la dannazione." Ripetè il gesto di firmare in aria un contratto immaginario. "Sì paga con l'innocenza dell'anima."
Lei sospirò di nuovo.
"Tu hai pagato da tempo Corso. Lo fai ancora. E' curiosa questa abitudine di rimandare tutto alla fine, come un ultimo atto di una tragedia... Ciascuno trascina la propria condanna fin dall'inizio."


Le uniche volte in cui Moloko smette di infestare la sickbay con quel timbro torbido, dolciastro, è quando s'accorge - da piccoli spasmi muscolari - che le bende sulla fronte di Vandoosler stanno esaurendo il loro potere refrigerante. Si interrompe sempre con una certa calma - è impensabile che la cosa possa pesarle, anzi pare stranamente un sollievo. A intervalli meno frequenti, cerca di imprimere la stessa condanna anche a Jack Rooster limitando il suo desiderio di assalirla, cercando un compromesso accettabile tra le lamentele dell'ammiraglio e la sua premura un pò asfissiante, squilibrata imbevuta di un'insicurezza profonda.

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