Greenfield - Buffalo Country
Covo
la frenesia deve pesare una tonnellata dentro i dossi della pelle rovente di Marshall, buttato sul petto della 'leafer con le mani imbrigliate tra le cicatrici delle gambe. Non ha la forza di aprire gli occhi e capire in qualche forma geometrica sono andati a infilarsi, non sa neanche se il bruciore sulle costole, tra le braccia, dentro le cosce siano colpa della bocca del 'buller o dell'alcool che la spezza in due. Qualcosa scalcia fino a spezzare le leggi fisiche della realtà, consumando le pareti e le crepe dei soffitti in un acquazzone di sudore che scivola e inciampa sul fiato accanito, stretto tra i denti come le catene.
Stanotte anche se sono barricati in una stanza, il cielo è così vicino da essergli piombato sotto le mani, domani forse dovranno scavare per vederlo.
Lee ha gli occhi tramortiti e a stento centra il cuscino con il cranio, ma è impossibile non sentire il boato della guerra e della lotta che ancora adesso, dopo la disfatta, gli fanno scalpitare i muscoli. Cortès ne ride senza paura, col coraggio dispersivo dei matti. Piano, svogliatamente, gli striscia accanto per raccogliere da terra un libro, mentre l'altra mano gli rivolta i ciuffi scarmigliati dei capelli. Prende a leggerlo a voce alta
- I ribelli che ho sempre amato sono inguaribili utopisti, animati da un’utopia con la minuscola: non quella dei grandi ideali con cui cambiare il mondo e affermare la società perfetta (rischiando così di contribuire al peggiore degli incubi, cioè un sistema totalitario), ma l’utopia dell’istintivo, insopprimibile bisogno di ribellarsi. E anche quando la sconfitta appare ormai ineluttabile, quando la realtà vorrebbe imporre loro l’accettazione di un compromesso per “salvare il salvabile”, continuano a battersi per “l’evasione impossibile”. Essere consci che in questo mondo non c’è possibilità di evadere non è bastato a convincerli ad arrendersi. Ma allora, perché ribellarsi, e magari partecipare a un’insurrezione “popolare”, se si è coscienti che la cosa peggiore che possa accadere a un rivoluzionario è vincere una rivoluzione? Inutile cercare una risposta razionale, quando a rispondere possono essere soltanto il cuore e le viscere. Forse perché senza l’utopia saremmo orrendi “cinghiali laureati in matematica”, o perché vale la pena continuare a camminare verso l’orizzonte pur sapendo che è irraggiungibile. I miei ribelli, quelli che ho sempre amato, non si sono rassegnati e non si sono arresi.
Marshall strofina il palmo rovente al centro del petto di Cortès come un coltello; dopo averle azzannato la gola con una tenaglia di denti rivoltosi, la invita a leggere scombinando le pagine con strafottenza aspra. Le fa perde il segno sbattendole tutte e cinque le dita contro i denti. Moloko scuote la testa come un cavallo circondato dalle mosche, più che arrabbiarsi si china a lasciargli una leccata sulla fronte. Quando ritorna su quelle righe sembra tutto orribilmente collegato; Bullfinch, la nave, l'equipaggio, la cellula terroristica. Tutto.
- fuck...shit. Chiunque abbia impugnato le armi e combattuto per la rivoluzione che non siamo riusciti a realizzare, perché di fatto abbiamo soltanto graffiato la scorza dell’utopia, guarda al proprio passato con la triste conferma di aver compiuto un dovere etico. Non c’è orgoglio in tutto questo. Non può essercene perché abbiamo perduto tanti fratelli e sorelle che ora vorremmo avere qui con noi, adesso che non abbiamo anni in più ma anni in meno.
Gli occhi schizzano in quelli di Marshall, sono animati da una scintilla buia di irragionevolezza e disprezzo, qualcosa è risalito a galla oltre il mare denso di rifiuti che la tiene sigillata a terra. Butta il libro innervosita e gli si sdraia sopra, inghiottendo una boccata di vuoto.
Gli occhi schizzano in quelli di Marshall, sono animati da una scintilla buia di irragionevolezza e disprezzo, qualcosa è risalito a galla oltre il mare denso di rifiuti che la tiene sigillata a terra. Butta il libro innervosita e gli si sdraia sopra, inghiottendo una boccata di vuoto.
- Nella realtà è sempre Golia a vincere. Ma non per questo Davide smetterà di guardarsi intorno, cercando una nuova pietra da scagliare. L'ho detto anche a Eds questa stronzata di Golia, mi piace un sacco. Adesso scopiamo ancora Marshall Lee? Vorrei perdere la memoria per un pò
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