Safeport
11.03.2516
Patrick O'Malley se ne sta seduto a dondolare sui gradini di una fabbrica abbandonata, l'ago nel braccio gli ha iniettato nei muscoli una sensazione gelatinosa di sollievo, la switch gli ha sciolto il cuore lo ha rimescolato nel magma confuso dei detriti, emozioni sbiadite. Quando vede sua figlia rallentare bloccarsi e traballare da una gamba all'altra, sorride asciugandosi il sudore freddo.
- ti ricordavo meno grassa
- son of a bitch, stay away from me
- non mi vieni neanche ad abbracciare littel girl
Moloko stringe il cappotto sul ventre con un ventaglio di brividi che si espande da una scapola all'altra come un arcobaleno. Una ruga accanita le scivola sulla fronte, gli occhi spalancati lo ingoiano a pezzi bloccandosi sulla striscia di sangue che incide il braccio. Si nasconde dietro la cortina di capelli frustati dal vento abbassando le palpebre pesanti in un respiro seccato.
- cosa ci sei venuto a fare qui?
- per vedere mia figlia che partorisce
- Se vuoi fare il padre sei in ritardo di trentatré anni. Piombi in casa mia a fare finta di essere la mia famiglia quando hai passato metà della tua cazzo di vita a pensare a te stesso. Sei una palla al piede. Fuck off, you make me sick.
Patrick sfila il laccio emostatico, lo avvolge tra le dita rovesciando la nuca molliccia per aria, come un insetto ribaltato dal vento.
- Ok baby. Ho bisogno di un pò di soldi, ho fatto un brutto affare e sai com'è... nessuno mi fa più credito.
O'Malley finge di guardarsi intorno mentre si accende una sigaretta impastando la bocca amara. L'addome della 'leafer si contorce come se d'improvviso fosse diventato un campo di battaglia. Non riesce a parlare, ma sfiata un ringhio esasperato
- don't do it
- non fare cosa littel girl? - si alza d'improvviso ciondolando davanti alla figlia, fissa i suoi stivali ridendo alla maniera assordante dei condannati a morte che non hanno più niente da perdere, poi lentamente rialza gli occhi liquidi da sciacallo e aggrappa tutte e cinque le dita sulla mascella di Moloko piantandole uno schiaffo sulla faccia.
- I'm your father, bitch, dammi un pò di soldi e mi levo dalle palle...ah
Cortès afferra il polso di Patrick e lo sbatte nel buio, tra i fianchi scheletrici del tossico. La pena che le si legge negli occhi, riesce a risvegliare l'esasperazione violenta del viso pietrificato.
- you are nothing, non ti do un cazzo
- se non restituisco i soldi si vengono a prendere anche la palestra di Shombay
- spero crepi presto Patrick
L'uomo preme la sigaretta contro il sorriso distorto e pacifico, immune al veleno. Si inginocchia per sussurrare al ventre gonfio della 'leafer un ' welcome to the hell, baby ' un solo istante prima di ficcarle nelle tasche del browncoat una bustina di blast.
- questa è per il padre del bambino, fagli gli auguri da parte mia
- avvicinati al padre del bambino o a mio figlio...
- sei tenera honey, quando cerchi di minacciare la gente per le cose in cui credi. Non sei stanca di vederle crollare?
- you are an absolute coward
Il suono della pistola che sfila dalla fondina riesce a mettere sulle spalle di Patrick un'ironica e grottesca fretta, butta contro il vento l'ultimo pezzo di fiato caldo alla maniera canzonatoria e presuntuosa dei ragazzini
- fammi sapere cosa decidi di fare littel girl, ricordati di Shombay.
- avvicinati al padre del bambino o a mio figlio...
- sei tenera honey, quando cerchi di minacciare la gente per le cose in cui credi. Non sei stanca di vederle crollare?
- you are an absolute coward
Il suono della pistola che sfila dalla fondina riesce a mettere sulle spalle di Patrick un'ironica e grottesca fretta, butta contro il vento l'ultimo pezzo di fiato caldo alla maniera canzonatoria e presuntuosa dei ragazzini
- fammi sapere cosa decidi di fare littel girl, ricordati di Shombay.
Patrick ciondola come le lancette di un orologio, allegro e incosciente. Rovescia i capelli nel buio umido di Safeport lasciando sui gradini un cucchiaio annerito, l'hypospray e qualche ricatto dolciastro.
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