martedì 29 aprile 2014

l'anticamera dell'inferno


Penitenziario di Fargate 
04.2516
La sala d'aspetto di Fargate è l'anticamera dell'inferno, le luci piovono sulle occhiaie della 'leafer scavandole due pozze di incubi sotto un paio di occhi accesi e vivi. E' seduta a un tavolo vuoto, fissa la porta ipnotizzata dai pensieri, imbrattano la gola di respiri nervosi e accelerati. I gomiti premuti sul tavolo tremano appena quando intravede una barba rossiccia e due spalle imponenti trascinate dalle mani violente dei secondini. Red Wright struscia gli anfibi contro ogni mattonella, fa resistenza alle pressioni, i carcerieri lo spintonano vicino al tavolo scoppiando in una risata grassa di scherno. Cortès ha un sorriso infatuato sulla bocca che si spegne in un lampo lasciando il posto a un silenzio imponente. Un richiamo istintivo alla battaglia qualcosa di feroce che sta aspettando li sotto le ceneri dello sguardo, lo abbassa di colpo tra le mani
- merda, cristo, cazzo
Nessuno dei due dice niente per un paio di minuti. Il Saint arrotola le maniche della maglietta sulle spalle livide per le risse, appoggia le mani sulla sedia, la scosta e ci crolla sopra a gambe larghe. Il caschetto biondo è una bastonata alle ginocchia.
- che Thor mi fulmini
- mmm, uhm, eh.
- ti sei fatta un viaggio di settimane per balbettare come una demente? Vi avevo detto di scordarvi..
- e piantala Wright, stai sempre a borbottare
Red ha il petto pieno di rancore e di stanchezza, il carcere lo ha fatto diventare della stessa sostanza delle sbarre. Stringe i denti contro le labbra in una smorfia distratta, curva la schiena in avanti stendendo le braccia incontro alle paure di Cortès, picchiettando con le nocche contro il tavolo gli occhi ghiacciati e la voce ferma
- non ti voglio più vedere qua dentro ci siamo intensi?
Moloko scuote la frangetta contro gli occhi opponendo resistenza, c'è un sentimento di angoscia sfibrante, una lotta costante che rianima il viso. Vorrebbe metterlo a tacere raccontandogli di Hogs, della nuova nave, del palazzo di Cross che hanno abbattuto, di Eivor che si è sposta, di Jack che si è salvata, del cuore di Renee che batte a chilometri di distanza, di Mordecai che sfida le ombre cavalcando insieme a Vandoosler ma poi si ricorda una cosa; la cosa peggiore che puoi fare a un carcerato è ricordargli quello che ha lasciato fuori e non può più vedere.
- Mi hanno messa incinta
Ci manca poco che lo urli, Wright solleva il mento di scatto come se avesse ricevuto un ceffone
- Ti hanno...? Chi cazzo ti sei scopata una mandria di cavalli?
- no intendo, si..no. Mi ha messo incinta, un ragazzo, aye. In realtà ho già partorito ha un anno si chiama come te. L'ho chiamato come te.
- mi prendi per il culo?
- No, è ... successo.
Wright pensa a suo figlio e a sua moglie strofinando le dita contro la fronte perennemente aggrottata. La cosa peggiore che puoi fare a un carcerato è ricordargli quello che ha lasciato fuori e non può più vedere. Il passato ritorna come una voragine di sangue fuso.Wright non può alzarsi per abbracciarla, e neanche Moloko può farlo, si sistemano sulle sedie scomode con un paio di rimpianti tra i denti sbarrati. Si guardano in silenzio. Il sorriso imbarazzato e spiazzato del saint è opaco e trascinato, riflette le ombre delle manganellate che ancora lo tormentano la notte. E' il sorriso dei condannati. Si sforza di mascherarlo e alla fine sposta il viso nel vuoto. 
- tieniti stretta la pelle, non fare la testa di cazzo, ora sei una madre - strofina la mano sulla faccia sbuffando qualche preghiera agli Dei, con un affetto esasperato - right?
- fuck you Red Wright
Il saint preme la mano sul petto, stringe un occhio e fissa Cortès che ride di sbieco, lo fa anche lui, in maniera più scura, appesantita, è incredulo. Il battiti schizzano contro le costole a un ritmo insostenibile.
- uno al figlio da il nome del padre morto, o di un compagno morto, io sono fottutamente vivo Cortès - si gratta le palle alzando gli occhi al soffitto - Il Valhalla è ancora lontano
- ti stai sempre a lagnare che due palle Wright, ti ho portato pure le sigarette mo te le tiro in faccia
- una cosa buona l'hai fatta
- ti vogliamo tutti bene, stai sempre qua
Moloko sbatte un pugno dritto sul cuore, Red piega la testa su una spalla e si stampa la faccia della compagna in mente, come se già sapesse che il buio della cella mangia ogni cosa buona che ti è rimasta.
- non fare stronzate Cortès

Restano a parlare costretti in una gabbia troppo piccola per tutti i ricordi che si accumulano come una discarica. Lo sguardo fisso delle telecamere è ingombrante. Gli occhi di tutti gli abitanti del 'Verse peserebbero di meno.

L'ultima cosa che Red le chiede, fischiandole dietro con un sorriso da sbruffone è "Cortès ma adesso me lo sai dire se pesa più un chilo di piombo o un chilo di piume?" se lo ricorda e ride mentre corre fuori dai cancelli per vomitare una pozza di bile e tormento.

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