mercoledì 25 giugno 2014

le onde ci dicevano che baciarci non è sbagliato

Il dolore si sviluppa nell'attrito. La resistenza al cambiamento produce dolore.

Le lenzuola umide impastate da un sonno agitato e sconnesso rotolano sul pavimento freddo della cabina di una firefley di briganti. Gli occhi di bosco sognano di abbandonare il motel di Cap City senza troppo turbamento, ma sente con impressionante realismo il petto di Marshall negarle il respiro e scavare ferite profonde senza possibiltà di rimarginazione. Dentro le mani bollenti c'è ancora il battito impazzito del cuore del 'buller che spinge la testa contro il petto e cerca un posto da razziare, un posto in cui poter affogare, morso dopo morso con la brutalità di un mortaio.

amore mio sei più bello di una pietra che spacca la faccia a un corer

Cortès riemerge dall'apnea dopo che il cervello le è esploso dentro una scopata di settimane fa. Ancora ne conserva i fremiti invisibili tra le cosce quando è costretta a svegliarsi di colpo.
- smuovi il culo Tess, Amarillo è a uno sputo di piscio da qui
Un amico di Sergio, capitano dispotico e analfabeta della nave, le urla di essere arrivata a destinazione. Prima di sbarrare gli occhi nel mondo reale sbatte le spalle contro il materasso ripercorrendo l'ultimo getto di fiato che ha soffiato nelle ossa di Marshall Lee, una canzone stonata per colmare tutte le mancanze di cui non riesce a farsi carico
- sta piovendo sottile e tu dormi da sola, ma io nelle strade scivolo e il vento mi picchia... Il tempo è bruttissimo. Il mio cuore si sta spaccando fuori dalla tua porta. Il freddo mi ha gelato, e mi sono addormentato sulla tua scala come un cane...
I muscoli allentati dal torpore si arrampicano come picconate affamate nella roccia. Si contraggono con una velocità tale da farle male. Un lampo bianco confonde gli occhi, li annebbia mentre a tentoni riprende suo figlio. Sente le viscere bruciare, si carica pistole e bagagli scendendo le scale fatte di debolezza e malinconia. Forse dovrebbe tornare indietro e perdonarlo, pensa. Forse ha perso l'occasione per insegnare a Hope Red che amare non è un gioco di forza e che bisogna sempre lasciare la porta aperta, anche quando chi sta fuori non se lo merita. Forse dovrebbe ripensarci, ma il viso di Mitchell bombarda i suoi sensi come una secchiata di benzina.

La casa dei Lee ha un giardino polveroso, povero. E' un simbolo ma nessuno ci fa caso. Quel pezzo di terra fatto di alberi spezzati e fiori calpestati è stato difeso giorno e notte contro la codardia dello straniero e il disprezzo delle divise blu. Ad Amarillo nessuno ti chiede: di dove sei, nessuno ti chiede che cultura ti porti dentro, a chi sei figlio, non è una città di passaggio qui la gente ci nasce e ci crepa. Michell si carica dei bagagli con galanteria disattenta, ma la sua mano raramente perde di vista il viso di Hope, stropicciato dai polpastrelli che ancora profumano di erba e di caccia. Il fratello di Marshall ha smesso di domandare alla 'leafer se sta bene, cedendole il fianco, una sigaretta di bloom e un sorriso da smargiasso. Ad aspettarli in veranda c'è Justice e il suo carico di pioggia negli occhi, Moloko le scarica tra le braccia un pesantissimo bambino dalla fronte corrugata e le mani svelte che cercano di tirarle due ciocce color grano
- Mi raccomando Justice Lee, ti nomino guardiano dei boschi, devi proteggere il principe dalla spie del male
- E quali sarebbero queste spie
chiede la ragazzina torcendo un piede nella polvere e soppesando di sbieco le bugie e le fantasie di Cortès
- i grilli e le cicale, sono gli occhi dello stregone che vuole uccidere il figlio della primavera
La 'leafer si china ad sfilare dalla terra un bastone di legno che consegna alla ragazzina con un impennata vivace delle sopracciglia.
- uccidili tutti con questo scettro magico, stanotte appena sorge la luna lo andiamo a benedire nello stagno
Michell si passa le nocche contro lo zigomo stropicciando la camicia con una passata accaldata della mano. Ride calibrando lo scetticismo di sua figlia e l'entusiasmo ubriaco di Moloko.
- che ne dite se prima di sfidare il mago
- lo stregone - viene corretto con indignazione scanzonata da Moloko e Justice
- ...se prima di sfidare lo stregone mangiamo qualcosa?
Messo all'angolo alza le mani in segno di resa, incrociando lo sguardo dolciastro e spettrale di Cortès, due biglie infuocate e un paio di pupille dilatate come due cerchi di pece.
- andiamo, Justice, tienimi il fianco, dobbiamo stare molto attente anche ai gufi.
Moloko sbatte una mano sulla coscia strappando una carezza violenta alla testa arruffata di Hope. E' un attimo, e la sua seconda casa l'ha già risucchiata come un buco nero.
Marshall Lee non è mai stato tanto vicino, anche se a separarli c'è un tappeto di stelle lungo migliaia di parsec

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