martedì 30 luglio 2013

Cabina 9d


[un bigliettino viene fatto scivolare nella tasca del coat mentre Adler è a cena in cambusa. Il quadro è infilato sotto le coperte di lana, nella loro tana. La scrittura è calcata lettera per lettera come se trattenesse qualche parola non scritta e impossibile da buttare tra le righe.]
Questa Modecai Adler sei tu, la ragazza voltata che sorregge un peso invisibile tra le mani. Sai perché il peso non lo puoi vedere? Perché si chiama fatica e davanti a quella o cammini come un toro o ti siedi e marcisci. E' senza gambe perché corre come lo spirito dei cavalli, come Angajan se non avesse mai avuto un proprietario e una sella. Tu non hai ne padroni ne catene. L'ho presa a un mercatino, l'appenderemo in stanza. Anzi l'appenderai tu in stanza, perché io parto per Maracay e non so se sarà domani o tra due giorni. Non posso spiegarti cosa significa il disegno perché non ha senso, l'affetto come la fantasia non ha limiti definiti, è deforme come gli storpi a Serenity Valley, non ha le regole della matematica perché è potente, più potente di un Mauler puntato su una folla di innocenti. Il sangue non macchia la terra per sempre. Good Night Miss Sunshine. Non credere mai a chi ti dice che sei strana. I disegni come le persone non hanno definizioni, non sono nè in un modo nè in un altro. Quando torno a casa mi insegnerai come funziona il cuore. Io ti dirò come ascoltarlo con gli occhi. 


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