sabato 17 agosto 2013

Hurry Up - We're Dreaming

Il sole è conficcato tra le scapole separate da un corpo affusolato e rovente: il fucile. Gli occhi del mauler sono bassi, rigano la terra, quelli di Cortes scendono in picchiata sul capo rasato di Mordecai che opera feriti. Le zampe di Anchorage calpestano la terra pettinando un ciuffo d'erba. Quando arriva la notizia di Sam Hale, della cattura, ha le mani sui jeans, si sta chinando docilmente verso una brandina da campo per spostarla verso un ferito. Legge il pad settecento volte, ma le cose non cambiano. C'è un forte rumore di niente, alza il naso verso una nuvola e il boato del vento le solleva i capelli al cielo.
- Moloko Cortes! -
- Sono subito da te Kay, scusami -
E' la terza volta che Adler la richiama, tra i denti si dibatte un granello di fretta, stizza, per l'inadempienza della compagna, ma la risposta di Moloko le fa arricciare la fronte. Due occhietti vispi e frenetici la sezionano da capo a piedi tornano poco dopo su qualche pezzo di carne pulsante.
La 'leafer è colta dal trambusto emotivo. Si volta a fissare Mordecai con gli occhi rapiti, assenti, terrorizzati. E' un lampo trascinato che si frantuma intorno alla scorza del dovere. Deve lavorare, non ha tempo. La compagna forse lo capisce, forse anche lei ha delle scosse di terremoto tra le ossa.
- Hurry Up Jason, Raja, Berry..Hurry Up! - Cortes fissa dei soldati indicandogli un paio di scatoloni da sistemare e infilare nell'inventario. 
- Ci servono gli antibiotici, dovrebbero essere li dentro. -Unghie mangiate dell'ansia riordinano il caos nell'aria.
Kay non ferma ago e filo, sta ricucendo la gamba di un ragazzo ubbiende e spaventato.
- Facciamo un paio di rime: nella nebbia .. -
- c'è una fitta rabbia -
- e una rana anfibia chiusa in una..-
- gabbia -
- che mangia la sabbia -
- color paglia -
- infilandosi una maglia che raglia -
- Moloko Cortes le rane non hanno magliette che ragliano, riformula la frase  -
- la paglia del cavallo che raglia -
Vanno avanti per qualche minuto, impassibili e ordinate. Seguono uno schema ordinato e pulito. I visi contriti, assorti, sono troppo accaniti per essere dondolati dall'ozio del gioco, sembrano quasi messaggi in codice. Il ragazzo ferito alterna il viso dall'una all'altra, le osserva stranito, riceve per tutta risposta un'occhiataccia di Cortes che si defila con una sigaretta tra le mani e una scrollata di spalle.
- Kay se succede qualcosa fischia, sono a un paio di metri di distanza. -
- Puoi andare Moloko Cortes -
Indietreggia, ispeziona il campo per qualche secondo. Sam Hale è stato preso, si sforza di non guardare il pad ma più cammina più sente il nodo in gola. Deglutisce con rabbia, per buttare giù l'incostanza e la nausea. Stringe i pugni, raddrizza la schiena.
- Cortes -
Apre e chiude gli occhi, sbatte i piedi nella polvere come i cavalli quando frenano una corsa. Il caschetto biondo vibra nel sole e nel sudore. La voce è di Wright. Riacciuffa lo sguardo di pietra dell'uomo rovesciandogli addosso un fremito di silenzio.
- Come procede? -
- Cosa? -
- Al campo..tutto bene? -
- Ah si, si..il campo..eh..bene. Adler se la sta cavando bene, andiamo un pò a rilento ma è normale. Si. Devo andare. -
- Accelerate allora. Dopo mi servi, vedi di non sparire e non .. -
- Si lo so Wright. Lo so. -
Non fare danni. Nessuno dei due lo dice. Red sta fermo, ha il viso inclinato poco di lato, una sigaretta in bocca e la faccia ammassata nelle rughe. Il sole lo colpisce dritto negli occhi, li socchiude ma non indebolisce la sua fermezza. Di Sam, Gurtrud, non ne parlano. C'è un discorso che scorre, come i fiumiciattoli sotto i ponti. Non c'è neanche spazio per le rassicurazioni. Cortes sta per salutare o per deviare, quando una bambina le ruzzola contro la gamba. Ha una ferita superficiale sulla gamba, forse è caduta giocando. Il primo ufficiale la fissa senza particolare preoccupazione.
- Attenzione..attenzione -
La 'laefer riacciuffa quella trottola di circa sei anni con praticità e una vertigine di delicatezza acerba.
- Andiamo dai tuoi genitori principessa. Poi disinfettiamo questo ginocchio. A dopo Primo Ufficiale Red Wright -Lo sguardo incalza l'uomo con un sorriso spento e tirato, affatto sincero. Si fanno un cenno riservato, compassato. Le strade si dividono. Cortes si mette sulle spalle la ragazzina e gli racconta di un soldato coraggioso e un pò bizzarro, un soldato che da piccolo rubava cavalli e adesso benedice le femmine di poche pretese, un soldato di nome Andrè.
La bambina ride, indica qualche testa tremante nella calca, scuote le mani, il fumo che si arrampica dai polsi di Cortes la infastidisce. Sfrecciano spedite alla meta.


[..]

Tra gli spiragli della porta di Sam Hale e quella di André Vandoosler c'è  la voce accaldata di Moloko che continua a recitare una frase, la bisbiglia come se spiasse nel buio.

"Dio non può morire. È l'unica cosa che non può fare. Se l'uomo è stato creato a immagine di Dio, l'uomo non morirà. Dio non lascerà estinguere la propria immagine."

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