non sarò mai il soldato che tu vuoi che io sia
E' mattina presto, Cortes si muove verso le docce spogliandosi sulla soglia come un toro che cerca di liberarsi della spada nel fianco. Incrocia Bolton che si fa bello. Inchioda i talloni davanti a all'uomo. Sono entrambi assonnati, lui si sposta, la saluta. Lei fa gli stessi passi dell'altro, come uno specchio. Si scontrano senza volere.
"Cortes sei già sbronza?"
"Scusa Bol..devo mettere la testa sotto l'acqua. Com'è che ti lavi?"
L'uomo alza gli occhi al soffitto sollevando un sopracciglio, esasperato. Quando l'altra si gira gli fissa il culo.
"Che razza di domanda è?"
"Mi prendi un libro di matematica?"
"Cos..."
Saltare da un argomento all'altro è una prerogativa di Moloko. Lo bombarda scuotendosi i capelli da un codino troppo stretto.
"Te ne prendo uno facile quando torno"
"Torni da dove?"
Bolton si avvia verso l'uscita, sbatte una mano sullo stipite della porta e si affaccia a sbirciare l'altra, forse sorride. Cortes si inginocchia infilando la testa nel borsone sfilacciato che si è portata dietro. Rovista come una talpa e si mantiene in equilibrio sulle punte dei piedi.
"Ma non hai da lavorare oggi?"
"Ho capito, la smetto. Buona giornata Bolton"
"Ciao biondina"
"You're a fucking bastard"
Un paio di giorni dopo Moloko Cortes riceve il libro e trova un ragazzino di Timisoara, quindici anni odioso, pignolo incredibilmente paziente. Nelle ore libere passano il tempo seduti fuori le scale del Saloon. La biondina col fucile e la matita si ingozza di birra e di fumo.
"Allora Moloko.."
"Cortes testa di cazzo."
"Se vuoi me ne vado e impari da sola"
"Chiamami col cognome, Moloko non è per te."
"La tua precisazione è inutile e serve solo a farci perdere tempo. Tu cerchi distrazione ovunque, ogni pretesto è buono. Ora iniziamo a studiare. E comunque il nome e il cognome sono un'etichetta sociale.."
"Oh non te ne uscire con le cazzate fistrofotiche"
"Filosofiche. Bene, torniamo a noi. Pagina sette. Lo zero ha la proprietà di assorbire tutti i numeri con cui e' moltiplicato.."
"E' un egocentrico schiavista del cazzo, anche gli alleati lo sono."
"la smetti di pensare sempre alle stesse cose?"
Il pad della 'leafer ha un bagliore tremolante. Si alza, richiude il libro, lo strappa dalle mani del ragazzino trascinandosi verso il quad zeppo di fango e pioggia.
"Dove vai?"
"Ci vediamo dopo, grazie sei stato molto utile. Lo zero è proprio il numero dei rotti in culo."
Le pupille sono risucchiate dallo schermo. Qualcosa di lucido e fastidioso ci balla dentro. Legge e rilegge in un sussurro che diviene più chiaro e sensato dopo aver ingoiato un grumo di empatia feroce.
[...]Perché lo stia raccontando a te, Cortes, è un mistero. O forse, semplicemente, ci tenevo a farti sapere che in qualche modo starò meglio. Non importa quante volte si cade, in fondo ciò che conta è sempre rialzarsi una volta di più.
Mi auguro stia bene anche tu.
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