lunedì 16 settembre 2013

Can't live for tomorrow


Aprile, Serenity Valley 2511 

Mamma carissima, pochi minuti prima di andare all’assalto ti invio il mio pensiero
affettuosissimo. Un fuoco infernale di artiglieria e di bombarde sconvolge nel momento
che ti scrivo tutto il terreno intorno a noi... Non avevo mai visto tanta rovina. È terribile,
sembra che tutto debba essere inghiottito da un’immensa fornace. Eppure, col tuo aiuto,
coll’aiuto di Dio, da te fervidamente pregato, il mio animo è sereno. Farò il mio dovere
fino all’ultimo.



Ryan Krane era un indipendentista poco convinto, spinto da facili entusiasmi e con un cuore enorme, troppo grande per contenere tutta la rabbia di Cortès. Per paura si era voltato, per paura era scappato, ma un cecchino lo aveva già scelto da lontano. 

- Non sento le gambe Cortès -
Gli occhi di Moloko sbranano i fianchi di un compagno moribondo senza la benché minima briciola di compassione. Sono così vuoti e larghi che ci potrebbe passare di tutto, sono devastati e spiantati. L'amore, il terrore, la lotta e la frustrazione sono spariti in una notte d'aprile, tra le sacche di sabbia di una trincea silenziosa che batte i denti nel riposo forzato e nell'incubo costante. Non si volta neanche un secondo per cercare il buco allo stomaco di Krane, lo sente nella gola, si mischia al sangue che continua a perdere e al fumo che si spalma sui vestiti lerci.
- il proiettile ti ha spaccato a metà la spina dorsale ma sei ancora bello..siamo fragili Ryan, siamo troppo fragili -
- di a tutti che non devono vergognarsi di me -
- hai mai visto il cielo dopo la pioggia? i tuoi occhi sono lucidi come se ci fosse passato un temporale -
Ryan risucchia aria come un forsennato, rantola qualcosa tra la bava e chiazze di sangue. Ha un braccio in cancrena, Cortes ci preme le dita sopra, come se suonasse un pianoforte.
- mi dai un bacio? -
- Il medico sta operando due uomini Krane, quando arriverà sarai già morto, non ti permetterò di avere paura. -
Il ragazzo ha la testa premuta contro la terra, l'unica mano funzionante è aggrappata al collo di Moloko. La bacia senza forza con la bile che spacca il fiato. Ingoiano pezzi di anima fredda e delirante, stanno franando nella notte senza coscienza.
Le dita mostruosamente impassibili di Moloko raccolgono la testa del ragazzo come fosse una cesta di frutta, facendogli scivolare la canna del revolver dietro la nuca. Lo sparo strappa pezzi di cervello.



Ryan Krane rimarrà steso addosso alla 'leafer come una coperta, non ci saranno singhiozzi ne disperazione, resteranno immobili come i fantasmi del passato, con l'ultimo briciolo di dignità e di pace tra le labbra.


“Se la trincea era dura, l’assalto era un incubo”

“Uscire dalla protezione della trincea e lanciarsi nel vuoto, verso le armi che sputavano fuoco secondo uno schema studiato da mesi; la sopravvivenza determinata da un fatto puramente statistico: il non trovarsi sul percorso di una pallottola; una decimazione ripetuta tante volte, che alla fine di una serie di attacchi solo un piccolo gruppo di superstiti si guardava smarrito e terrorizzato: questo toccava il limite delle possibilità di sopportazione dell’uomo normale. Ogni volta che un essere umano era sottoposto ad una simile prova, perdeva una parte della sua personalità, una parte della capacità di intendere e di volere. Dopo un certo numero di queste esperienze il giovane combattente era trasformato in un essere psichicamente malato. Si diedero casi di suicidio, per la paura di dover andare all’assalto. La pazzia improvvisa era tutt’altro che infrequente."

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