giovedì 20 febbraio 2014

stay on the edge


Safeport
Nedmore Town, Hydra

It's So Easy. Ordinare i feriti per priorità, indietreggiare oltre la soglia del corridoio che separa dalla sickbay, vomitare il carico di gente sulle spalle di Marshall Lee e scappare. Non lo vuole vedere, è arrabbiata, è in astinenza, odia tutti allo stesso modo, è una democrazia dell'intolleranza. Il piano non è complicato, riesce a marciare fuori dalla Almost Home con la facilità di un fiume in piena che ingoia una spiaggia di sassi e turisti. L'orrore sale dopo il caos, sale quando il silenzio si riprende lo scettro, l'orrore del braccio segato da Mordecai. L'arto si stacca come un pezzo di vetro, pezzi di abisso, pezzi di polvere, pezzi di vita che non tornano più.
Come si fa la respirazione bocca a bocca, Kay?
Piega la sua testa indietro, in modo che guardi il cielo. Apri la sua bocca per bene, poi pinza il naso con indice e pollice. Poi appoggi la bocca sopra la sua, come fai con il medico di Bordo Marshall Lee quando ti mette incinta, così che non esca aria, e poi gli respiri dentro la bocca, e poi ti togli, e fai pressione sui polmoni così che esca l'aria. Okay? Mi segui
Stomacata si trascina all'angolo di una strada, vomita la cena che non ha mangiato, vomita la bile, si pulisce, strofina gli occhi gonfi e si guarda dall'alto verso il basso, è sporca di carbone. L'esplosione, il Capitano riemerge dal terremoto. Mordecai  non l'ha fatta entrare nella miniera.
Mi devi aiutare coi feriti ha detto.
Non guardare, urla Adler. Non guardare il cazzo di braccio, ma come fai a tapparti le orecchie prima che  l'osso si sbricioli come un impero in decadenza. Come fai se hai le mani sul petto di un uomo e gli spingi in gola il fiato. Again.
Il bancone dell'Hydra è occupato dai gomiti rotondi della 'leafer, il bicchiere si riempie di rum, si svuota, si riempie. La rabbia non passa. Il riflesso di uno specchio dietro gli scaffali le rimanda un'immagine sfatta e schifata, s'accorge di odiare se stessa e anche tutte le stanze che ci stanno nel suo cuore. Tutta la gente che stipa come lattine di birra. Odia anche Crane. Esce da quel vicolo cieco di sedie e tavoli solo quando è devastata. Non ricorda neanche più perché era così a pezzi prima, prima di tutto. Sorride esausta e soddisfatta, pianta la fronte bollente di sudore contro la porta del saloon senza riuscire a trovare la maniglia. Un soldato la ripesca e la porta per strada. Cortès sbanda contro un palo della luce, ci sbatte il fianco, la spalla e le nocche rotte a sangue, si tappezza di lividi. Ha ancora picchiato contro qualcosa di invisibile. Si piega in avanti come una gomma da masticare, mollemente, i palmi slittano dalle ginocchia fino a trovare il vuoto, intreccia due passi contro il muro e lo fiancheggia. Esplode in una risata ebbra, piena, un suono mostruoso che allaccia tutti polmoni e li colpisce con una fitta di dolore.
Il suo unico pensiero adesso è dove andare a dormire.
Tornerà strisciando da Mordecai all'infermeria, subendo in silenzio tra sorrisi facili e singhiozzi tutte le ramanzine, le statistiche sull'alcool in gravidanza e le storie delle aquile. 

Nessun commento:

Posta un commento