lunedì 15 dicembre 2014

Moloko Cortès II

STORIA
La banda degli Onesti.
Mio padre e mia madre hanno fatto figli come se piovesse. Nessuno è biondo, a parte me si intende. Sono stata adottata abbandonata poco importa, mamà dice che sono figlia di Dio e della Palude, dei canali zozzi e delle lamiere.  Appartengo a Las Rosas, Maracay

Quattro fratelli, se non fosse per la Madonna sarebbero carcerati tutti quanti. O morti ammazzati sotto le pietre. Quattro figli di cagna: Sergio(24 anni), Josè(18 anni), Gabriel (16 anni), Miguel (14 anni). Quando è scoppiata la  guerra la cosa più difficile era convincere mia nonna a nascondersi nei rifugi. Che vi credete, erano buchi di terra malamente costruiti sotto le lamiere. Una bomba avrebbe facilmente seppellito tutti. Ma a questo nessuno pensava. Chi poteva si nascondeva nei palazzi, sui tetti, tra i vicoli tortuosi. Io all'inizio non avevo ne cuore, ne coraggio di uscire in strada a combattere. Avevo passato la mia infanzia tra le armi, ma mai per rubare. Una volta mi commissionarono un omicidio e sbagliai bersaglio. Uccisi un passante con tre figli. Mi presi carico della famiglia. Gli davo mezzo stipendio. Lavoravo dove capitava insieme a un vecchio zoppo, riciclavamo pezzi, roba vecchia. Alle volte organizzavamo combattimenti clandestini, Sergio conosceva un certo El Tortuga che truccava gli incontri. Io ne avrò fatti un bel pò e nella maggioranza dei casi, ero io lo sfidante che doveva andare al tappeto. Questo significava solo una cosa, ammortizzare i colpi e non collassare. Incassare.

Browncoats, guerriglia urbana, guerra di trincea. Fronte Shijie.
Mia madre e mio padre si ammalarono di Tifo.  Eravamo allo sbando. Ci fù un momento che mi perseguitò per tutto il resto della mia carriera bislacca da militare: la carenza. Carenza di medicine, di armi, di cibo, di personale.

La storia inizia adesso. Ero appostata dietro una lamiera. La canna del fucile sporgeva da un foro. Ero inginocchiata a terra. Stavo fissando un obiettivo. Feci appena in tempo a sparare che sentì i capelli strapparsi dalla testa. Una mano callosa mi sollevava di peso per trascinarmi via. Era un tenente colonnello indipendentista. Rolando Tejero. Mi salvò la vita da una granata. Mi accorsi solo allora di avere un buco sotto la spalla. Un proiettile mi aveva passato da parte a parte e sanguinavo.
Un paio di settimane dopo Tejero venne da me e mi disse che ero un soldato semplice. Gli serviva uno stronzo che portasse delle armi. 

"Testa di cazzo sai sparare in modo decente?"
Risposi sputando a terra un grumo di sangue e saliva.
"C'è un fottuto rotto in culo in questa città con un pò di senso della disciplina? Allora Ammoscia Cazzi tu ora prendi questo fucile, il browncoats di quel morto li e te ne vai a farti fottere la testa con il tenente Bolton."
Mi voltai e c'era un ragazzo giovane rivoltato di schiena, spappolato a terra. Inizia a tirare il cappotto dalle maniche ma mi ritrovai con il braccio del morto in mano. Il Tenente Colonnello continuava la sua arringa nel mio silenzio.
"Di un pò vuoi combattere in modo serio o preferisci restare attacata alla tetta di quella vacca di tua madre?"

Non ricordo cosa gli risposi. I dettagli non sono il mio forte. Rimasi agli ordini del tenente Bolton a combattere su Maracay finché la situazione su Shijie non prese una brutta piega. Per ordini dall'alto la nostra squadra arrivò a toccare il suolo dell'altro pianeta. Bolton mise il piede nel posto sbagliato e saltò in aria dopo circa dodici ore dall'atterraggio. Bella merda. Mi girai e dietro di me c'erano quasi tutti ragazzini. Fu in quel momento che incontrai Sam Hale. Ufficiale. No, non lo era davvero ma probabilmete anche a lui era saltato in aria qualcuno.
"Ah bene, avete portato medicinali?"
"no signore, non ce ne sono"
"A chi siete stati affidati?"
"non lo so signore, l'ufficiale è saltato in aria poco fa."
"...."
 "..ok, chi è il secondo in comando?"
Nessuno di noi rispose.
"..ditemi solo chi ha più palle degli altri."
Qualcuno inizio a guardarmi,poi d'improvviso mi ritrovai tanti occhietti spiritati che puntavano verso di me.
"Bene, allora parlerò con te."
"non sono il secondo in comando."
"ottimo, perchè io non sono l'ufficiale a capo."

Perdemmo la guerra, perdemmo un mondo alla volta, una trincea alla volta, un plotone dopo l'altro.
Non sapevamo che dopo Serenity Valley saremmo stati destinati a ricomporci contro tutte le mille crepe, per ricompattarci in un'altra speranza, Polaris.
L'ennesima speranza persa.

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